Come non andare a festeggiare il terzo scudetto del Napoli?
Per Rosario sarebbe stato il terzo scudetto festeggiato e non se lo sarebbe perso per nessun motivo al mondo! Io, che non sono nemmeno tifosa di calcio, ero incuriosita dai suoi racconti di come questa città ha vissuto le precedenti vittorie e dal suo continuo ripetere come non potevo perdere l’occasione di vivere una festa come quella!
Napoli ti stupisce, ti strega, ti avvolge e ti trascina… è una città magica (https://www.amoreperilmare.com/napoli-citta-e-dintorni/) e se non ci sei mai stato non immagini cosa ti perdi. Non solo per la bellezza architettonica della città stessa (https://www.amoreperilmare.com/il-sottosuolo-di-napoli/), ma anche per il calore, l’empatia e l’ironia dei napoletani!
I napoletani e il calcio
Chi conosce almeno un napoletano sa che il calcio non è uno sport ma una fede! E chi conosce almeno un napoletano sa che Maradona è l’eroe, il re di questa città. Con Maradona infatti il Napoli, squadra del Sud, ha vinto i primi due scudetti dopo anni di predominio calcistico delle squadre del Nord.
Sa che tra i napoletani e Maradona c’è stata, e c’è tutt’ora, una storia d’amore che va oltre il calcio. Inoltre sa anche che Maradona è il simbolo di questa città e che dal 2000 nessun calciatore ha più indossato la maglia numero 10.
Si tratta di un amore non solo per il calciatore numero 10, ma anche per l’uomo Diego Armando Maradona, l’uomo che è nato povero in una baraccopoli di Buenos Aires. L’uomo che si è fatto da solo, l’uomo che capisce le sofferenze e le vessazioni che gli abitanti di questa città hanno dovuto pagare in nome dell’Unità d’Italia. L’unico uomo che, da non napoletano, ha sempre difeso Napoli e i napoletani.
Anche i colori dello squadra ti fanno capire l’attaccamento dei napoletani al calcio e alla loro terra. L’azzurro del loro mare e il bianco del cielo, l’azzurro del golfo di Napoli e il bianco della neve che ricopre talvolta il cratere del Vesuvio.
E quindi viene da sè che la festa per il terzo scudetto del Napoli non è una semplice festa; che quella vittoria non è una semplice vittoria. La festa per la vittoria del terzo scudetto del Napoli per i napoletani ha un significato che va oltre il calcio.
Significa riscatto non solo calcistico, dopo aver subito i cori da stadio di chi incoraggiava il Vesuvio a ripulire la città e i dintorni, ma anche riscatto sociale.
Napoli Club Cercola Partenopea
Se conoscete almeno un napoletano sapete che nelle loro manifestazioni sono tutto fuorchè sobri!
Per quello che ci riguarda, qualche mese prima dell’attesa finale, Rosario aveva cercato i biglietti proprio dell’ultima di campionato dal suo vecchio caro amico Salvatore o’ Cont (ovvero il Conte, così chiamato per il suo portamento nobiliare in gioventù) senza successo. Ci siamo quindi accordati per seguire l’atteso evento presso il Napoli Club di Cercola: ed è stata una festa dall’inizio alla fine!
Tralascerò di dirvi che il Napoli Club Cercola Partenopea (https://www.cercolapartenopea.com/chi-siamo) ha organizzato una meravigliosa festa nel giardino stile inglese di Villa Buonanno (https://www.villabuonanno.it/), una suggestiva villa settecentesca ai piedi del Parco Nazionale del Vesuvio che si è tinta di bianco e azzurro ospitando i famosi Bottari. Questi musicisti hanno una origine antichissima e sono legate al folklore della regione; i più famosi sono forse quelli di Portico (https://barattelli.it/artisti/i-bottari-di-portico/) che si esibiscono con Enzo Avitabile.
Altro ospite fu il “baronetto di Posillipo”, l’ex centrocampista del Napoli, e non solo, Gianni Improta.
Una città (e non solo) in festa
Tralascerò anche di raccontarvi dei fuochi d’artificio, dei suoni delle trombette (si fa per dire), dei fumogeni e dei passaggi delle macchine con bandiere o dispositivi sonori di ogni genere la sera del 4 giugno perchè questo potrebbe farlo chiunque.
Ma quello che non tutti fanno è riempire la propria provincia dei colori della squadra di calcio!
Immaginate quindi una città, anzi una provincia, che festeggia il suo riscatto calcistico e sociale: da lombarda vi dico che ha superato ogni mia immaginazione!
Non solo Napoli ma ogni paese, anche il più piccolo, era inondato da decorazioni azzurre e bianche: festoni, bandiere e bandierine; e inoltre striscioni con dediche alla squadra, ai calciatori, a Maradona o con comunicazioni ad amici e parenti, anche defunti (del tipo “non sai cosa ti sei perso”).
In ogni angolo del centro c’erano momenti di festa improvvisati dai passanti stessi tra di loro: bastava che qualcuno desse il la e in un baleno ti ritrovavi a cantare le canzoni da stadio che hanno scandito tutta la stagione calcistica del Napoli (https://www.youtube.com/watch?v=I83lmjWqpfc&ab_channel=AmoreperilMarediRosarioeValeria)!
Rifacendoci a Totò, possiamo dire che questa festa è stata come un’enorme “livella” (https://lepenneirriverenti.altervista.org/a-livella/) poichè ha annullato differenze sociali, culturali ed economiche; infatti ha emozionato e fatto sognare non solo i tifosi del Napoli, ma anche chi era semplicemente di passaggio tra le vie del centro, come i tanti turisti.